Sono innegabili gli investimenti e l’impegno della Regione Umbria per promuovere le bellezze artistiche e naturali del nostro territorio, con una campagna pubblicitaria a livello nazionale, sforzi riconosciuti e apprezzati anche dagli addetti ai lavori del settore pubblicitario.
L’Umbria è giunta al secondo posto nella classifica nazionale delle dieci Regioni italiane per migliore spot nella promozione del territorio. Una posizione che ci conferma l’efficacia e la qualità delle scelte che abbiamo fatto e stiamo portando avanti per promuovere al meglio la nostra bella regione, come specificato dall’Assessore regionale al turismo e cultura Paola Agabiti, commentando la classifica stilata dalla Gazzetta del pubblicitario.it che colloca l’Umbria, con lo spot della Armando Testa “io amo il mare dell’Umbria”, subito dopo la Puglia giunta al primo posto
“Investire nella promozione del territorio e delle sue tante eccellenze – ha detto Agabiti – è fondamentale per valorizzare e per far conoscere le opportunità che l’Umbria sa offrire e per far ripartire un settore che ha subito gravi perdite a seguito della pandemia. La promozione territoriale rappresenta infatti il logico complemento delle misure strutturali che, come Regione Umbria, abbiamo messo in campo a sostegno di tutto il comparto turistico. Saper suscitare, grazie alla campagna che abbiamo attivato, interesse, curiosità e voglia di nuove esperienze nei potenziali visitatori della nostra regione è certamente una carta vincente che ci aiuta e ripartire speditamente”.
“Nel cuore d’Italia – scrive Stefano Nava su La Gazzetta del pubblicitario. It – Armando Testa e Regione Umbria riescono in un capolavoro comunicativo a tutti gli effetti: fare del più grande malus imputato all’Umbria – l’essere l’unica regione del Centro Italia priva di sbocco sul mare – l’elemento di posizionamento del territorio locale. Il mare dell’Umbria è un mare metaforico, che non ha niente da invidiare a quello che bagna altri lidi. Un mare il cui richiamo è irresistibile, anche grazie alla capacità di elaborare in modo controintuitivo uno di quei concept creativi per cui il termine dirompente rischia di non essere abbastanza”.