L’amore per l’Art Nouveau, nata durante la gioventù brusselloise, mi ha portato a Praga. Visitando le prime vie pensavo di avere un déjà vu, come se teletrasportata nel tempo, un tempo in cui ancora tutto era un gioco, una scoperta, si sognava, si pensava che niente era impossibile, quando ancora non si sapeva che per l’impossibile serve una massiccia dose di fortuna.
Praga si è salvata dal macchinario con la pallademoliscetutto per fare spazio ai palazzi tutto vetro e cemento. Ci sono un’infinità di palazzi Art Nouveau, una più bello dell’altro. Molti restaurati, tanti in pieno restauro. Stona un po’ il locale che si trova all’interno, come per esempio il Hard Rock Cafè, ma molti nascondono anche bei appartamenti o persino Airbnb e poi ci sono quei palazzi che custodiscono ristoranti e caffè pienamente in stile, come il Francouzská Restaurace Art Nouveau, un must per una colazione squisita e abbondante, carino poi Il Louvre, Café Imperial, Café Savoy, Café Slavia per nominarne solo alcuni.
Praga non è solo Liberty, Praga è molto di più, Praga è anche un salto nel pre e dopo.
Jugendstil, Barocco, Gotico, … new-baroque come il Dancing House chiamato anche Fred and Ginger, costruito negli anni novanta, là dove nel 1945 bombe americane distrussero una casa. Incontri le statue moderni di David Černý, come quelli appesi ad un ombrello, la testa rotante di Kafka, Svaty Vaclav (il cavallo morto, appeso e cavalcato da San Venceslao), i bambini a carponi che una volta arrampicavano la torre televisiva (216 mt) o i “Two Peeing Guys”, i “musicisti cechi” di Anna Chromy e tanti altri.
Praga ricorda anche l’orrore vissuto dagli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. Ne è testimone il più vecchio cimitero d’Europa, Starý Židovský Hřbitov. Fondato nel 1439, è stato per oltre 300 anni, l’unico luogo dove gli ebrei potevano seppellire i loro morti. Non potendo espandersi hanno iniziato a metterne uno sopra l’altro, fino a 9 strati, le lapidi venivano staccate dal suolo, avvenuta la sepoltura rimettevano a posto la vecchia lapide e mettevano accanto quella nuova. Non di tutti rimane una lapide. Oggi ci sono circa 12.000 lapidi, ma ci sono oltre 100.000 ebrei sepolti. La più antica è quella di Avigdor Kara del 1439, l’ultima è quella di Moses Beck del 1787. Durante l’occupazione tedesca, il cimitero fu risparmiato, per ricordare un popolo estinto!!!
La tomba più visitata è quella di Rabbi Löw, dove i visitatori si fermano a pregare e lasciano sulla lapide i tradizionali sassi, monete e biglietti con i loro desideri.
Si possono visitare anche le Synagoghe, molto bella è la Sinagoga del Giubileo in via Jeruzalémská 1310/7.
Una leggenda narra che Golem venne creato proprio nel quartiere ebraico di Praga.
Praga è anche Mucha, uno dei più grandi artisti dell’Art Nouveau.
Nel cattedrale di San Vito c’è una sua bellissima vetrata, nella Galleria Nazionale ci sono delle sue opere appese e poi c’è lo stesso Mucha Museum.
Da non perdere il Klementinum, dove si trova la più antica chiesa gesuita di Praga, il convento di San Clemente. Il Clementinum era il rivale della più importante università di Praga, il Carolinum, finchè non vennero fuse. Nel Klementinum si trova la biblioteca nazionale, conosciuta anche come la Libreria Barocca. Contiene più di 20.000 volumi. Purtroppo non si può accedere contenendo libri antichissimi che potrebbero deteriorarsi nel tempo. Si può però salire sulla Torre astronomica dalla quale si ha una splendida vista su tutta la città a 360 °.