Santuario dell’Amore Misericordioso
A Collevalenza o Colvalenza, a 7 km da Todi, in direzione di Massa Martana, sorge uno dei più arditi esempi di architettura moderna, disegnato dall’architetto Giulio Lafuente e costruito tra il 1963 e il 1967. Inizialmente nel 1955 fu edificata solo la Cappella dell’Amore Misericordioso, in cui è collocato il Crocefisso, simbolo delle congregazioni di Madre Speranza. Successivamente il complesso del santuario si articolò in diversi edifici: la Basilica, le piscine per i malati (Le acque della piccola Lourdes, infatti, sono taumaturgiche) e la Casa del Pellegrino.
Il tempio presenta un’architettura fortemente simbolica: la struttura infatti allude in ogni suo punto a un dialogo ecumenico, basandosi sull’incontro del concavo con il convesso, del dritto con il rovescio, spazio esterno con spazio interno.
L’aspirazione a trasfigurare il paesaggio terreno in uno sguardo di libertà e di pace si fa più intensa nei volumi del campanile, tutti aperti all’esterno, con cinque campane, di cui una dedicata alla “Madonna della Speranza”.
I motivi architettonici del tempio (cubi, coni, sfere e cilindri) si ricompongono nel campanile, dalla piattaforma delle fondazioni a vista alle ascendenti geometrie a croce. Attraverso una sapiente varietà di segni semplici e allo stesso tempo maestosi, si può cogliere il linguaggio simbolico presente ovunque: nella cripta, nell’abside, nel tabernacolo, nel cero pasquale, nelle trombe protese dell’organo e nell’acquasantiera (con il sostegno in pietra grezza e la vasca lucida, che allude alla condizione dell’anima prima e dopo il battesimo).
Chi è Madre Speranza (1893 – 1983)
Primogenita di nove figli, Maria Iosefa Alhama Palma (futura Madre Speranza) nacque il 30 settembre del 1893 da poverissimi braccianti della campagna di Santomera (Murcia) nel bacino alluvionale del Sagura. Il parroco del luogo, don Miguel Aliaga, impietosito dalle insistenze della madre di Maria Iosefa, la sottrasse dall’estrema indigenza accogliendola al suo servizio e a quello delle proprie sorelle Ines e Maria. Da queste due donne, la bambina imparò, nei momenti liberi dal lavoro domestico, i rudimenti del leggere e dello scrivere.
A 22 anni, assunto il nome di Speranza, entrò come suora di clausura nel convento delle Figlie del Calvario, dove rimase finchè quella piccola comunità fu assorbita dalle suore clarettiane.
Intanto, nella personalità di Madre Speranza si verificarono inspiegabili fenomeni sul piano naturale, in seguito ai quali i padri Clarettiani di Vicalvaro ne decisero il trasferimento al Convento di Madrid. E’ in questo periodo che la suora sottopose al teologo domenicano, padre Arintero da Salamanea, le meditazioni sull’Amore misericordioso, che presentano collegamenti con la prima epistola giovannea, con la mistica vittorino-francescana, ed inoltre precorrono le linee dottrinali del primo e secondo Concilio Vaticano e rispondono all’esigenza di spiritualità del mondo attuale (“l’amore di Dio non è permaloso”). Tale visione della misericordia divina si attua in Madre Speranza con la testimonianza del più difficile comandamento: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Preghiera e operosità infatti costituiranno la regola delle prime Ancelle dell’Amore Misericordioso, la Congregazione fondò a 37 anni: al servizio dei deboli e dei soli, esse operano sia in Spagna, educando e soccorrendo bambini vittime della povertà e della violenza, sia in Italia, aiutando anche donne e anziani, da Roma (dove nel 1936 fu aperta la prima “Casa”) fino all’approdo a Collevalenza di Todi nel 1951. Dopo aver istituito la Congregazione maschile dei Figli dell’Amore Misericordioso, si stabilì presso la chiesa parrocchiale.
E’ il trionfo della Speranza, che nel dare senza misura all’amore che non conosce misura, fa sì che il tempo breve diventi tempo senza fine.
L’acqua miracolosa del Santuario di Colvalenza
L’origine dell’Acqua del Santuario – Il pozzo, che si trova sul lato destro della Basilica dell’Amore Misericordioso, ha una storia speciale e particolare:
Madre Speranza ne volle fermamente la realizzazione non per iniziativa propria, ma per una chiara ispirazione di carattere soprannaturale.
La perforazione del Pozzo fu eseguita nell’anno 1960; dopo numerose difficoltà anche di carattere diabolico, la prima falda acquifera fu trovata a 92 metri; le altre a 114, 120 e 122 metri.
L’edificio che ospita le Vasche per l’immersione dei malati fa parte del medesimo “progetto”.
Le finalità dell’Acqua del Santuario – Madre Speranza, parlando di questo segno voluto dal Signore, ha detto:
Per mezzo di questa acqua si rinnoveranno prodigi, cioè si opereranno guarigioni da gravi infermità, anche incurabili.
E tra queste malattie che la scienza umana non sa curare, lei ha nominato espressamente la paralisi, il cancro e la leucemia.
In questo senso, l’Acqua del Santuario va considerata come uno strumento della Grazia e uno strumento della Misericordia del Signore.