Non ci stanno le vecchie gestioni di sinistra, al drastico cambiamento, nella dirigenza VUS, voluto e realizzato dal Comune di Foligno, azionista di maggioranza e approvato da altri Comuni della Valle Umbria Sud.
In un comunicato dei gruppi di opposizione, esce il nome di Daniela Riganelli, consulente di Novamont, come referenza di curriculum professionale. Bene ricordare che Novamont e’ una azienda del nord che sembrerebbe legata ad un fatto non chiarissimo: ovvero alla produzione di sacchetti biodegradabili che per una legge-decreto del governo Renzi, siamo costretti a pagare quando acquistiamo frutta e verdura.
Una referenza non certo azzeccata, alzi la mano chi paga quel sacchetto al supermercato? Pochi centesimi che alla fine diventano milioni di euro.
Allora, quando Zuccarini parlava di maggior trasparenza in VUS, si riferiva alla trasparenza del sacchetto per la frutta e verdura o ad altro che non sappiamo?
La nota delle opposizioni di sinistra
“Vogliamo innanzitutto evidenziare che è stato revocato un CdA eletto all’unanimità nell’agosto del 2018 che in questi mesi ha lavorato bene – è detto in una nota dei gruppi consiliari – formato da persone di particolare competenza come Lamberto Dolci, manager con un importante curriculum professionale in diverse multinazionali, tra cui Eni, e Daniela Riganelli, esperta del settore e consulente di Novamont. Una revoca deliberata a poche settimane di distanza dall’approvazione all’unanimità del bilancio 2018, con annessa distribuzione di parte dell’utile registrato.
Il Comune di Foligno, a maggioranza, insieme ad altri Comuni, ha votato la revoca del CdA nonostante la presidenza del collegio sindacale avesse espresso dubbi sulla legittimità dell’atto. Perplessità sono state avanzate dallo stesso sindaco di Spoleto che ha chiesto di verificare la legittimità della revoca. Ma la proposta è stata bocciata. Si è creata quindi una situazione, quasi bizzarra: è stato eletto alla presidenza uno spoletino, Vincenzo Rossi, senza la condivisione da parte del sindaco della sua città che non ha partecipato al voto, né per la revoca del Cda, né per la nomina di quello nuovo”.
Nella nota si sottolinea che “in questo modo si interrompe un periodo di 20 anni in cui la partecipata, che opera in settori strategici come ‘raccolta trattamento e smaltimento rifiuti urbani’, ‘servizio idrico integrato’ e ‘distribuzione metano’, è stata gestita in armonia tra i vari Comuni soci, pur nella pluralità di vedute che si sono registrate nel tempo, per la differente composizione delle forze politiche che hanno governato i 22 Comuni.
Ora si è interrotta quella concordia che c’era con una lacerazione profonda tra i Comuni, compreso Spoleto, seppur anch’esso governato dal centrodestra. Il risultato finale di questa operazione è un clima di profonda incertezza per le sorti di una partecipata che negli ultimi anni ha fatto registrare ottimi risultati”. Secondo i gruppi consiliari di Pd, Patto per Foligno e Foligno 20/30, “le decisioni assunte nell’assemblea dei soci svoltasi ieri, sono atti di arroganza e macelleria politica in totale spregio degli interessi dei cittadini e del territorio, unicamente ispirati dalla lottizzazione politica”. (Fonte: umbriajournal.com)